Mese: Luglio 2017

SIAMO SOLI MA DECISI !!


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AVVISO AGLI ASSOCIATI

Avviso ai soci del 25 luglio 2017
INSINUAZIONE AL PASSIVO

Com’è noto, con il Decreto Legge n. 99 del 25 giugno 2017 il Consiglio dei Ministri ha dettato norme e regole sulla liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

Anche se ad oggi non risultano ancora pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sembrano essere stati emanati, lo stesso giorno 25 giugno 2017, i decreti attuativi del Ministro dell’Economia e delle Finanza con i quali le due banche venete sono state ufficialmente poste in liquidazione coatta amministrativa e sono stati nominati i Commissari Liquidatori.

A parte la dubbia costituzionalità (sotto vari profili) del decreto legge, ciò che preoccupa maggiormente in questo momento sono le conseguenze immediate del decreto per tutti i soci azionisti.

Il decreto ha previsto la cessione a Intesa San Paolo delle parti buone delle due banche (e cioè degli sportelli bancari, depositi, immobili etc.) ma Intesa San Paolo non si farà carico dei contenziosi in essere o futuri, con i soci azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

I soci azionisti che volessero far valere le ragioni del loro credito, dovranno inviare apposita domanda di insinuazione al passivo della procedura di liquidazione ai Commissari Liquidatori entro il termine di 60 giorni a decorrere dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, dei decreti del Ministro dell’Economia che hanno ufficialmente posto in liquidazione le banche, ma che non risulta ad oggi ancora avvenuta. Ritienamo che il termine non abbia ancora iniziato a decorrere, e quindi che la data ultima per noi non sia il 24 agosto 2017.

La nostra associazione è a disposizione per coadiuvare gli associati nella redazione ed invio della domanda.

Quanto all’esito di queste domande di insinuazione, difficilmente saranno accolte dal Commissario Liquidatore perché si fondano sul riconoscimento del diritto del socio azionista al risarcimento del danno, alla risoluzione del contratto o alla restituzione delle somme per nullità dell’operazione. A quel punto, al socio azionista escluso dal passivo della liquidazione coatta amministrativa non resta che far causa in Tribunale, sopportandone tutti i costi, i tempi (considerando i tre gradi eventuali di giudizio) e i rischi di soccombenza, con conseguente pagamento delle spese processuali anche alla controparte.

Per chi avesse acquistato azioni (od obbligazioni convertite dalla banca in azioni) a fronte del ricevimento di un prestito o mutuo (le cosiddette operazioni “baciate”), la domanda di ammissione al passivo dovrebbe essere presentata per far valere la nullità dell’operazione con relativa richiesta di compensazione fra quanto ricevuto e quanto versato. Vi è però il rischio che il debito del socio per il prestito o mutuo erogato venga acquisito da Intesa San Paolo mentre il credito del socio per l’acquisto delle azioni (o obbligazioni convertite in azioni) debba essere fatto valere nei confronti della liquidazione coatta amministrativa (sono 2 soggetti diversi). Conviene quindi, per questi soci azionisti, presentare senz’altro la domanda di insinuazione al passivo, informando nel contempo Intesa San Paolo che il debito verso la banca per il finanziamento ricevuto per l’acquisto delle azioni non sarà pagato perché il relativo rapporto è nullo. Vista la complessità della materia, consigliamo ai soci azionisti che fossero in questa condizione di contattarci per scrivere correttamente la lettera da inviare ad Intesa San Paolo.

La nostra associazione è intenzionata inoltre ad intraprendere azioni di risarcimento nei confronti di Banca d’Italia, Consob e società di revisione KPMG, contro le quali intende presentare esposti e denunce per le eventuali omissioni o per concorso nei reati commessi dagli organi amministrativi delle banche, e che ne hanno procurato il dissesto finanziario odierno.

Tutto questo verrà AMPIAMENTE E DETTAGLIATAMENTE spiegato a tutti nel corso delle riunioni che organizzeremo a settembre, riunioni che precisiamo, saranno IMPORTANTISSIME per definire il lavoro del gruppo di legali che ci seguono. In queste riunioni raccoglieremo i mandati a procedere per i nostri avvocati.

Inoltre, i tempi molto stretti di azione, ci costringono nostro malgrado alle seguenti considerazioni:

  1. chi non parteciperà alle riunioni (previste massimo 2 riunioni per ogni singolo gruppo) non potrà poi più essere rappresentato in sede giudiziaria dai nostri legali.
  2. gli uffici saranno chiusi al pubblico e non riceveremo quindi altri mandati dai ritardatari.

Lettera al Ministro della Giustizia Orlando di oggi 27/07/2017

Questa la missiva che abbiamo inviato oggi al Ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Pregiatissimo Ministro Orlando,
come Lei sa, in queste ore si è chiusa parte dell’indagine BPVI alla Procura di Vicenza.

Con la presente per evidenziare che, seppur la Procura ha meritevolmente preparato un vademecum per le associazioni dei risparmiatori e per i risparmiatori e ci fornisce qualche documento interessante, comunque il costituirsi parte civile nello stesso processo e poter avere accesso al milione e più di pagine d’indagine, ha l’abominevole costo di più di 50.000€.

In considerazione di quanto sopra, Le chiedo, come rappresentante di un’associazione senza scopo di lucro, di potermi inserire come parte civile nel processo col patrocinio gratuito al fine di poter divulgare ai quasi 2.000 soci che rappresento e a qualunche altro interessato i documenti che necessitano.

Io e i miei associati attendiamo Suo cordiale riscontro.

Cordiali saluti


Luigi Ugone, PresidenteAssociazione “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”
Codice Fiscale: 95127610244Sede legale, indirizzo postale e sede operativa:
Associazione “Noi che credevamo nella BpVi”
Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 829
36100 Vicenza

Telefono associazione: 392 575 9511

Facebook: www.facebook.com/popolarevicenza
Website:www.noichecredevamonellabpvi.com e www.noichecredevamoinvenetobanca.com
E-mail: info@noichecredevamonellabpvi.com
PEC: noichecredevamonellabpvi@pec.it


Il decreto salvabanche salva Zonin e il suo Cda

Per tutti quelli che non l’hanno ancora chiaro, vi diciamo che con il decreto del Consiglio dei Ministri del 25 giugno riguardante Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si rendono improcedibili i processi in essere riguardanti l’operato del Presidente Zonin e del suo Cda inclusa l’azione di responsabilità urlata e voluta dal tutti, ennesima beffa all’interno di un decreto che, RIBADIAMO, non deve essere votato.


Ai Presidenti di Artigiani, commercianti, agricoltori, a tutti i negozi, medio-piccole imprese

Ai Presidenti di Artigiani, commercianti, agricoltori,
a tutti i negozi, medio-piccole imprese

Loro sedi

Gentilissimo,

come avrai saputo dai giornali, la nostra assocaizione è nata per tutelare i medio-piccoli azionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Oggi, con il decreto salvabanche, in votazione in questi giorni alla Camera e al Senato, i nostri diritti costituzionali vengono cancellati.

Ma ulteriori problemi si affacciano per le piccole e medie imprese, artigiani, commercianti e agricoltori del nostro territorio poiche, con l’approvazione di questo decreto “regala banche”, una banca su tutte diverrà dominus indiscusso del nostro territorio anche per quanto riguarda la concessione di fidi e prestiti con il logico risultato che queste erogazioni saranno meno importanti e adeguate. Infatti ciò che poteva essere concesso da tre banche, non può essere concesso da una banca unica.

Per questi motivi, che colpiscono la vostra capacità imprenditoriale e la sopravivenza delle vostre aziende e delle vostre famiglie, vi chiediamo di schierarvi al nostro fianco in questa battaglia contro il Decreto Legge e contro questa soluzione forzata che ha condotto alla distruzione della nostra struttura bancaria e ceditizia.

P.S. divulga questa email a chi potrebbe interessare, se vuoi cominciare a darci una mano

Luigi Ugone, Presidente Associazione “Noi che credevamo nella BPVI”



Scrivi a tutti i senatori

12 luglio 2017
SCRIVI A TUTTI I SENATORI


Scrivi a tutti i Senatori, con parole tue, che non votino il Decreto Banche

Questi sono i contatti
https://noichecredevamo.com/docs/senatori-contatti.txt

Molti hanno email, twitter, facebook, linkedin. Contattali dappertutto, anche sui social dove molti possono leggere e chiedi che non votino questo Decreto perché sarà un disastro sul disastro.

Fallo, fallo fare ai figli, ai nipoti a chi vuoi perché questa volta non basterà affidarsi a qualcuno. Il risultato dipende anche da te !


Bail-in all’italiana

Per mesi ci hanno spiegato che il Bail-in serviva per non far pagare allo Stato i conti in rosso delle banche, ma solo agli azionisti, agli obbligazionisti e ai correntisti per l’importo eccedente i 100.000€.
E adesso è cambiato tutto? paghiamo TUTTI ?!


Appello a tutti i Senatori

Onorevole,
Le scrivo come Presidente dell’associazione piccoli azionisti Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per chiedere a Lei e al suo gruppo al Senato di non votare il decreto sulle banche venete, decreto che ci espropria di diritti costituzionali e civili.

Il decreto infatti congela e impedisce qualsiasi causa risarcitoria da parte dei soci, cause che gia’ erano in essere e che stavamo vincendo, avallando di fatto il sistema gestionale Zonin.

Non solo il decreto ci espropria dei diritti, ma anche del capitale delle banche poiché viene interamente girato a banca intesa nella sua parte”buona” lasciando a noi la sola insinuazione al passivo di una bad bank vuota.

L’operazione intesa non era la sola sul tavolo vi erano altre proposte per salvare le banche, tra cui l’offerta di 4 fondi che avrebbero investito ben 1.6miliardi di euro, opzione che non è neanche stata presa in considerazione dallo Stato e non sappiamo per quale motivo.

Leggendo poi il contratto di cessione delle due banche, illustri economisti si sono espressi contrari sottolineando la maggiore convenienza viste le cifre in gioco di una ricapitalizzazione diretta.

La prego di considerare quanto appena esposto e di contattarci per maggiori chiarimenti dati o documenti che possediamo e possiamo fornire senza alcun problema.

Non siate complici di questo stupro dei diritti civili di cittadini onesti che in tribunale, stavamo per essere ristorati dei loro risparmi.

Ci hanno tolto il diritto di tutelarci e di dimostrare con le sentenze che siamo stati espropriati dei nostri risparmi.

Cordialmente

Presidente
Luigi Ugone


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