Recepiamo e leggiamo in queste ore il Decreto Attuativo sulle modalità di accesso per quanto riguarda il F.I.R., Fondo Indennizzo Risparmiatori.
Notiamo con favore che le limature che abbiamo chiesto nel secondo incontro avuto a Palazzo Chigi da noi e dal Coordinamento don Torta a Roma lo scorso 19 aprile, sono state in parte inserite.
Tra queste,
importante l’apertura ai vecchi soci che c’è all’interno del
Decreto mediante il riconoscimento del danno nelle tipizzazioni
rispetto la concentrazione azionaria investita oltre il 50% e le
false comunicazioni, apertura che va al di là del puro misselling
che era stato approvato, ad occhi chiusi, dalle 17 associazioni in
prima battuta nel primo incontro dell’8/4 sempre a Palazzo Chigi.
Inoltre avevamo
chiesto che le tipizzazioni non fossero esclusive e vincolanti e così
risulta dal Decreto Attuativo.
Tutto questo
permetterà a molti risparmiatori storici e non ad arrivare di
ricevere il 30% che il Fondo mette a disposizione.
L’unica nota che ci lascia ancora con il fiato sospeso sta nel fatto che il tetto per il forfettario rimane fermo ai 100.000€, probabilmente in attesa di risposta dell’Europa per l’innalzamento a 200.000€, risposta che speriamo arrivi nei prossimi giorni così da avere una operatività più completa del fondo rispetto ai risparmiatori delle Banche Venete.
Ieri sera un servizio di Report ha parlato del mondo di mezzo tra servizi segreti pregiudicati e Banca Nuova controllata da Popolare di Vicenza presieduta e gestita da Gianni Zonin.
In questo sistema così descritto era chiaro che la Popolare di Vicenza era servita da supporto finanziario per certi collegamenti e acquisizioni discusse fatte alle spalle e con i soldi dei risparmiatori.
Nello stesso giorno esce un articolo del corriere a firma Milena Gabbanelli
dove l’ex madrina di Report bastona il Governo giallo verde nella scelta di rimborsare i possibili speculatori delle banche compresi quelli di Popolare di Vicenza….
Ma come è possibile che in un servizio siamo vittime e in un articolo della stessa linea di inchieste siamo invece speculatori carnefici ??
Delle due cose l’una… e noi risparmiatori sappiamo bene quale….
Chiediamo ai giornalisti maggiore coerenza e coraggio… e alla Gabbanelli maggiore attenzione, magari seguendo qualche puntata di Report in più…
Riportiamo qui sotto un estratto da un articolo dal Corriere della Sera della sempre puntuale Milena Gabanelli alla quale però facciamo un richiamo, non solo formale, ma di fatto.
In
realtà ci sarebbe molto da dire lungo tutto l’articolo, ma
tralasciamo le lungaggini a un faccia a faccia che magari la stessa
Gabanelli ci concederà. Ci vogliamo solo concentrare sulle ultime
righe evidenziate in giallo che sono l’ennesimo affronto classista
verso chi guarda i problemi degli Italiani, lavoratori e
risparmiatori, dall’alto di un ruolo dove non si sa se prevalga la
cecità o l’opportunismo della notizia.
Riteniamo
infatti, al contrario della Gabanelli, che non sia né il reddito né
tantomeno la quantità di soldi posseduti a fare la cultura o la
buona fede di un risparmiatore. Molte sono infatti le persone che si
trovano a gestire, nel nostro territorio, i risparmi dell’intera
famiglia o i proventi della piccola impresa artigiana che hanno
gestito per decenni e che possono raggiungere, quindi, anche cifre
considerevoli e ricordiamo a tutti che l’Italia e il Veneto in
particolare, sono famosi in Europa per la capacità di risparmio e la
parsimonia.
E’
esattamente questo uno dei punti che abbiamo toccato nell’incontro
del 24/04 con la Commissaria Vestager che si è dimostrata
sensibile e disponibile al confronto. Abbiamo formalizzato in
quella sede il nostro dissenso a una Legge classista dove appunto “la
stupidità” si misura sulla base dello stipendio.
La
stessa Commissaria ci ha invece spiegato di aver voluto dei parametri
indicativi, ma non per questo rigidi, per una norma veloce e certa
che risarcisca i danni causati dalla vendita indiscriminata e
incontrollata dei titoli delle due Banche Venete nel territorio. Noi,
per quanto sopra, le abbiamo chiesto flessibilità nei criteri di
accesso imposti.
Ricordiamo
alla dr.ssa Gabanelli (e a tutti i media dormienti) che 4,8 miliardi
€ sono stati dati a Banca Intesa dallo scorso Governo senza che
nessuno si stracciasse le vesti così come ora accade per una norma
che va a dare un sollievo a un territorio e a delle famiglie
devastate. C’è il rischio di rimborsare gli speculatori, asserisce
la Gabanelli. Rispondiamo, come lei stessa dichiara, che siamo stati
vittime di violazioni massive, frutto di un sistema cieco o colluso
che non distingueva di certo in base al reddito che avevamo e che ha
impoverito più o meno tutti.
Noi non vogliamo correre il rischio di escludere chi ha diritto a vedersi ristorato di un DANNO MASSIVO SUBITO. Questa è la nostra priorità. Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno e non vogliamo, di certo, nè l’abbiamo mai chiesta, la carità sociale.
Ci
aspettiamo un incontro e una riflessione con la dottoressa sulle
argomentazioni appena esposte poiché non possiamo pensare che un
ragionamento classista dove tutti i giocatori di serie A, che
guadagnano milioni, siano dei geni e che i ricercatori a contratto
precario dei poveri inetti.
Le associazioni filo-europee ci chiedono in questi giorni di giustificare il nostro NO al Premier Conte dandoci la colpa di presunti 750 milioni spariti dal fondo per risparmiatori. Innanzitutto invitiamo a leggere meglio i documenti del DEF nei quali il miliardo e mezzo non è stato dimezzato, ma semplicemente diluito in più anni, diluito dall’ignoranza di chi accusa noi senza sapere… diluito dai continui SI di quelle associazioni di pavidi che hanno sempre dato il loro assenso a tutto e tutti. Ricordiamo a queste associazioni che NOI siamo stati quelli che hanno detto di NO alle imposizioni di Zonin, al piano industriale di Iorio, alla S.P.A., ai bilanci di Viola e al “libro dei sogni” del fondo Atlante. NOI abbiamo detto dei NO giustificati dai fatti e dalla storia. Se NOI siamo nella situazione odierna con le Banche Venete è dovuto ai SI incondizionati di queste associazioni che hanno sempre detto SI a Zonin, alla S.P.A., ai bilanci e al miserevole fondo Baretta.
Noi più di chiunque altro avremmo diritto ad essere risarciti per i nostri NO costruttivi e alternativi che avrebbero salvato NOI, la nostra Banca la nostra gente la nostra storia.
Oggi se c’è una norma che parla solo di un 30% e solo per alcuni soggetti, ciò è dovuto a chi ha incominciato una lotta senza armi né motivazioni dicendo SI sempre e senza mai giustificarli. Ognuno si assumerà le proprie colpe di fronte alla storia e molte sono già evidenti a tutti.
La diluizione del miliardo e mezzo in così tanti anni è dovuto alla struttura della norma che loro lunedì 7/4/2019 hanno approvato a Palazzo Chigi che prevede arbitrati e tanti altri paletti, quella stessa norma che loro non hanno letto, ma hanno approvato a occhi chiusi e che NOI ci siamo semplicemente rifiutati di avvallare.
NOI non abbiamo chiesto l’impossibile, chiediamo solo chiarezza. Perché la norma sia ferma oggi dopo i loro 15 SI, 2 ASTENUTI e 2 CONTRARI, non lo chiedano a NOI, ma lo chiedano a questi pusillanime.
Ringraziamo invece le migliaia di piccoli azionisti che continuano a chiamarci e a darci solidarietà.
Ieri da Vespa ennesima infamia sui risparmiatori fatta dal direttore del Sole24ore Fabio Tamburini che assieme al fortunato Giornalista che è riuscito a vendere le sue quote di Veneto Banca, dicevano testualmente:
Vespa: “E’ una soluzione equa?” Tamburini: “Equa per chi ha sottoscritto quelle azioni essendo stato truffato. Per chi invece ha sottoscritto azioni, come dovrebbe sottoscrivere chiunque fa investimenti in borsa e cioè prendendo atto di un rischio che si corre quando si comprano titoli azionari, è un po’ forse ingiusto che siano i contribuenti a pagare”
Siamo tornati alla preistoria dell’informazione dove il Direttore del Sole24ore spiegava che non è giusto rimborsare chi ha comprato azioni in borsa…
Direttori, visti i ruoli e gli stipendi, informatevi.
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